HOTEL HOPE

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Era la metà del secolo scorso

e la storia incomincio nel 1958

per uno Stefano a Melito, uno dei tanti

che allora era ragazzo

questo Stefano, detto il nonno, teneva

un campo di bocce e vendeva il vino

e con richiesta del cliente occasionale

pensò di aprirsi una cantina

I piatti più cercati dai clienti?

Pasta e fagioli, un pezzo di baccala

Pane casereccio e un bicchiere di vino

E la trattoria diventò

Fattosi vecchio, il nonno, decise

Di lasciare tutto al primo figlio

E Antonio che era già convinto

Portò avanti bene la famiglia

Trent’anni ormai, passarono

E la voce si sparsa, la gente

Riempiva la trattoria tutti i giorni

Mentre, Antonio penso di lasciare

L’attività a Stefano e Pasquale

Che furono degni eredi del nonno e padre.

In seguito nacque il progetto

Con il sacrificio fatto dai due fratelli.

Quasi il duemila, mancavano ancora cinque anni,

quando nacque “Stefano a Melito”

che è albergo, ristorante pizzeria

sul ricordo della vecchia trattoria.

Senza perdere la’more nel passato

Tende molto rispetto a tutta la gente

Nonno, nonna, zia e pure il padre

Consolavano il palato dei clienti,

con zuppa di soffritto, minestra maritata,

coniglio alla cacciatore e anguille fritte,

Ma il menù dei grandi alberghi,

prendeva il posto di quello che ho detto.

Se pure fuori è inverno, dentro nasce il sole

Con l’odore del cibo a tutte le ore

Pasta alla pescatrice, orata al forno,

timballo di riso alla pescatora,

rucola, insalata verde o mista,

cime di broccolo al limone,

facevano compagnia alla carne di maiale

in inverno, la bistecca in estate.

Amore, condimento e passione,

fanno più bello e dolce il cibo

che mentre scende lo stomaco dice:

- Fortuna pe’ chi vene a magna’ ccà!! -